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Io atterro (in piedi).

Io atterro (in piedi).

APPUNTI DI TECNICA BASE

ATTERRAGGIO

Testo e foto di Massimiliano Travaglini

Dicono che un bel volo inizia sempre con un bel decollo ma DEVE per forza finire anche con un atterraggio sicuro ed elegante.

La facilità con cui il parapendio sa riportarci sani e salvi a terra dopo un volo è forse una delle sensazioni che più colpiscono i principianti al campetto e conferiscono una sensazione di controllo senza pari. Le vele scuola in particolare sono in grado di tollerare ampie variazioni dell'angolo d'incidenza senza scomporsi troppo e questo permette in genere atterraggi facili a chiunque. 

Sopratutto durante il primo periodo nella scuola, quando si è freschi degli esercizi al campo scuola e gli istruttori dettano i tempi esatti oltre che indicare sempre direzioni ottimali e tenere sotto controllo per voi ogni possibile variabile. 

Ho oltre 20 anni di esperienza didattica con centinaia di allievi osservati nella loro evoluzione di piloti e devo dire che purtroppo, lasciato il nido, tantissimi "piloti" soffrono delle problematiche di una sorta di "analfabetismo di ritorno" riguardante le tecniche base del volo in parapendio. Decolli e atterraggi diventano momenti "critici", spesso vissuti con ansia e quando le emozioni prendono il sopravvento.. la tecnica ne soffre assai!

Sul decollo potremmo scrivere enciclopedie intere e proverò a scrivere qualche articolo in futuro. Le casistiche e le tecniche sono tante per cui merita approfondimenti multipli e da diverse prospettive. 

Qui proviamo a concentrarci sull'atterraggio. Sopratutto quando in atterraggio il vento è poco e scarso e quindi la tecnica DEVE prevalere. 

Come dicevo, dopo la scuola, vuoi perché in genere, dopo il periodo intenso del corso le occasioni di volo si dilazionano, vuoi perché si va alla scoperta di nuovi posti e si incontrano nuove situazioni e condizioni, molti piloti perdono completamente il controllo della tecnica e della vela...

La "memoria operativa" dei principianti spesso non è consolidata e man mano che si sommano situazioni emotivamente coinvolgenti, adrenalina, errori dati da interpretazioni, si rischia di iniziare a rompere gli schemi acquisiti e, subentrando ansia e insicurezze, il momento dell'atterraggio, ogni volta diventa qualcosa di difficilmente controllabile. Basta passare qualche ora in un atterraggio affollato e vedere cosa succede, sopratutto quando le condizioni del vento non sono facili...

Non mi dilungo su statistiche e motivazioni ma proviamo a dare qualche punto fermo che tutti possano seguire per atterrare sempre bene!

 

1) PRENDETE CONFIDENZA CON IL "LASCO" DEI FRENI

I FRENI del vostro parapendio non entrano in funzione subito. in fase di progettazione viene lasciato un po di LASCO, una lunghezza in più che serve a compensare la pressione del vento sulla raggiera dei freni e permettere quindi che a mani alte la vela possa raggiungere il suo angolo di assetto senza interferenze. Trazionando i comandi quindi, la prima parte dell'escursione non darà effetto frenante. Bisogna imparare a sentire dove finisce il lasco ed i comandi iniziano a funzionare davvero. Diverso da vela a vela, con esperienza e sensibilità si impara facilmente a riconoscerlo. Ma se volate poco e non siete sicuri fate questa prova mentre volate per preparavi a buoni atterraggi. Alzate i freni completamente, lasciate prendere velocità e quindi andate a cercare la fine del lasco: tirate i comandi, che all'inizio sembreranno avere poca pressione omogenea, fino al punto in cui sentite che iniziano a oppore resistenza e il vento in faccia diminuisce. Fermi li! avete trovato la fine del lasco!

2) OSSERVATE BENE IL CAMPO DI ATTERRAGGIO 

Non fatevi trovare impreparati! Durante il volo e lo smaltimento cercate sempre di capire da che parte arriva il vento in atterraggio. E poi Guardate bene come è fatto il campo dove atterrerete. Ostacoli a monte che impediscano di smaltire bene o sopravvento che generino turbolenze sono da individuare prima possibile. Osservate le maniche a vento, le foglie degli alberi, i fumi, i panni stesi e tutto quello che può aiutarvi a decidere come entrerete in atterraggio.

3) PREPARATE UN PIANO

Atterrare bene richiede di ESSERE CONTRO VENTO ma anche di AVERE SPAZIO a sufficienza per manovrare e smaltire in sicurezza quota e velocità. Se il vento al suolo è deciso diciamo che la scelta è obbligata e inoltre ci aspettiamo che il vento stesso ci rallenti e ci agevoli nelle manovra.

Se invece, il vento al suolo è poco e cambia e la direzione prevalente ci pone di fronte ad ingressi in campo difficoltosi con passaggi sopra ad ostacoli e finali "pericolosi" verso altri impedimenti, pensate che potrebbe essere meglio scegliere la direzione che ci offre più spazio operativo invece di quella che ci mette contro il "presunto" vento prevalente. Mantenere il parapendio veloce fino all'ultimo ci permette di atterrare bene anche con vento laterale o addirittura da dietro e magari ci evita di fare manovre disastrose pur di atterrare controvento. Quindi, nel dubbio che il vento  sia variabile e nella condizione che seguirlo a tutti costi ci imporrebbe traiettorie "avventurose", diamo priorità alla manovrabilità e scegliamo magari di entrare dal alto che ci offre uno spazio di atterraggio più lungo. Magari avremo il vento laterale o al traverso ma potendo mantenere velocità e avendo lo spazio per smaltirla potremo mettere i piedi a terra elegantemente. 

4) VELOCITA'= SICUREZZA

Questa equazione deve essere bene impressa nella vostra mente. In genere è bene arrivare veloci in prossimità del terreno. E meno vento ci attende in atterraggio, maggiore dovrà essere la nostra velocità!  E non bisogna impressionarsi, specie se il vento al suolo è assente o addirittura variabile e a volte arriva persino da dietro. Avvicinandoci, percepiremo la nostra velocità come crescente, per via del riferimento con il terreno che si avvicina e anche un pò per via del necessario gradiente di vento (documentatevi). Manteniamo sangue freddo e lasciamo correre la vela. La velocità è la benzina del nostro parapendio che esso, come macchina aerodinamicamente efficiente, saprà trasformare pienamente in portanza e resistenza al momento opportuno, dietro il nostro opportuno input, permettendoci di rallentare al massimo e toccare terra in punta di piedi. Quindi se vedete che siete veloci mantenete la calma, evitate di rallentare la vela troppo presto e progressivamente per evitare di sprecare tutta l'energia del parapendio che vi invece vi servirà proprio nel finale. Mani alte verso li punto di contatto!

5) BUTTATEVI AVANTI

Lo smaltimento è fatto, la decisione sulla direzione di ingresso è presa, il vento è quello che è... quindi... mantenendo velocità,  cominciate a contrarre gli addominali, pronti ad uscire fuori dalla sella buttandovi avanti. In questo momento è importante anche avere la sella regolata bene. La schiena non deve essere troppo reclinata indietro. Controllate bene sul trespolo appena potete. Si atterra in piedi e quindi poco prima ( o anche molto prima per essere sicuri) dovete buttarvi in avanti pronti a correre... 
Se rimanete seduti la probabilità di atterrare col sedere e rimbalzare poi a destra  o sinistra è altissima come pure quella di fare un bel botto, giacché vi precluderete la possibilità di stallare bene la vela utilizzando al massimo l'escursione dei comandi. 

6) GIU TUTTO (E DIETRO AL CULO!)

Ci siamo. Siamo veloci e pronti in avanti. Ci siamo allineati al vento o lungo l'asse che abbiamo scelto di seguire per atterrare. A 2 metri da terra eliminiamo il lasco dei freni trazionando i freni quel poco che serve a sentirli entrare in azione e aspettiamo ancora un attimo...  siamo a 1 mt da terra... E' il momento! GIU TUTTO! ma ATTENZIONE: GIU TUTTO CON PROGRESSIONE, SPINGENDO CON FORZA E SIMMETRICAMENTE I FRENI DIETRO A VOI allo stesso tempo sospingendovi sugli stessi per andare avanti. I piedi prenderanno contatto con il terreno sulla punte e sfruttando i nostri ammortizzatori naturali ritroveranno il nostro caro terreno e con due o tre passi di corsa smaltiranno l'energia in eccesso. 

Se rimanete seduti o sdraiati all'indietro più facilmente toccherete terra coi talloni che magari non scorrono ma si impuntano rendendo acrobatico lo sforzo di mettersi in piedi se non addirittura, avendo conseguenze peggiori. 

Inoltre, rimanendo seduti, le braccia tenderanno a stallare la vela spingendo in avanti (che brutto anche da vedere!) con un doppio effetto: effetto frenante scarsissimo e momento a ruotare verso dietro del corpo che quasi certamente prenderà contatto con il terreno con una bella strusciata fumante sul deretano...

Spero di avervi dato qualche buon spunto di riflessione!

Meditate, visualizzatevi e migliorate! 

HAPPY LANDINGS!

 

 

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