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Una

Una "fucina" di parapendio in Tailandia.

Arne Wherlin, socio fondatore della più grande azienda tedesca di parapendio, inserisce il codice numerico per la porta di accesso al laboratorio di produzione. Un gesto semplice ma con grande valenza simbolica. Le ali di Marquartstein, ormai da un po' di tempo, non sono più prodotte da terzisti su ordinazione ma da Acrocross in Chon Buri (Tailandia).
Li, skywalk, come coofinanziatore del progetto, ha stabilito la sua nuova base produttiva. Una nuova modalità poiché finora abbiamo visto solo aziende che gestiscono produzioni di proprietà all'estero o aziende che fanno costruire da terzisti. Thermik è andata a CHON BURI per vedere...
di Norbert Aprissnig - THERMIK MAGAZINE www.themik.at
Numero 3-2020
trad. Italiana di Massimiliano Travaglini

Alcuni giorni prima del mio volo, Arne mi ha inviato una foto del nostro meeting point all'aeroporto di Bangkok. Una porta con un semplice "8". Sono rimasto scettico visto che l'aeroporto internazionale di Suvarnabhumi è da sempre uno degli snodi piu importanti dell'Asia e incredibilmente pieno e trafficato. Ma con la "foto di orientamento" sul cellulare ha trovato subito il punto appena dopo mezz'ora dal mio atterraggio. Il volo da Vienna è stato super puntuale e ho dovuto aspettare solo un paio di minuti il nostro Arne in arrivo dal parcheggio. Con lui James Noh, direttore di Acrocross e l'importatore USA skywalk Jonathan Jefferies dallo UTAH, il 45esimo stato dell'Unione. Jonathan ha fatto da solo un viaggio di circa 25 ore per incontrare Arne e vedere con i propri occhi la nascita di una vela skywalk. Cosi come noi!
Chon Buri 
Lo stabilimento si trova a circa un'ora di macchina a sudest della capitale, sul confine settentrionale del golfo di Tailandia. Abbiamo attraversato diverse aree produttive della zona di Bangkok durante il nostro trasferimento verso sud. E soprattuto il maggior distretto mondiale per la produzione di piccoli furgoni.   
Quando arriviamo, Acrocross ha già chiuso e quindi ci dirigiamo al nostro hotel sul mare. La città piu famosa della zona, a sud si Chin Buri è Pattaya. Prima conosciuta come una della capitali del turismo sessuale, oggi non è piu molto in voga tra le mete turistiche in Tailandia. La bella zona delle spiagge oggi, grazie alla vicinanza con la capitale, è il rifugio per i tailandesi benestanti mentre i turisti stranieri sono ora pochi da queste parti.  Ci accingiamo alla cena. Una buona occasione, in un uno dei ristoranti tipici sulla spiaggia, per conoscere meglio James Noh, seduto di fronte a me. 
 
James und Justin Noh 
Il simpatico James è proprio il tipico uomo d'affari asiatico. Magro, brizzolato, alto e vestito alla moda. Si è formato di fianco al fratello piu grande, Justin, che ha assunto da poco un ruolo dirigenziale nella produzione. Con mia sorpresa apprendo che i fratelli non sono tailandesi ma vengono dalla Corea del Sud. James  è una vecchia volpe della scena del parapendio. Il suo ingresso in questo mondo è legato al costruttore coreano EDEL. I piloti più vecchi si ricorderanno di sicuro il marchio con l'aquila dal becco ricurvo. A suo tempo uno dei più grossi protagonisti nel modo delle ali di stoffa, è oggi completamente scomparso dalla scena. Dopo il Crash del marchio dell'aquila, James ha iniziato, con una squadra di lavoratori e alcune macchine da cucire, una sua produzione in Sud Corea. Ma li, in una delle emergenti "tigri" asiatiche, la produzione di parapendio è divenuta ben presto antieconomica. Cina o Tailandia, racconta James, erano le sue alternative. Alla fine la scelta è ricaduta sulla Tailandia. All'inizio in collaborazione con il costruttore austriaco Airwave (nel frattempo scomparso anch'esso dalla scena) poi seguito da Air Design e infine skywalk. 
Certamente, il nostro ex istruttore militare di parapendio conosce il mestiere e i rischi di essere un produttore terzista. I suoi clienti, le case costruttrici di parapendio, posso sempre da un momento all'altro cambiare gli impianti di produzione e ricominciare da qualche altra parte in Asia con altri fornitori. 
Il rafforzamento del rapporto commerciale con skywalk si è quindi presentata come una grossa possibilità...
La Joint Venture con Skywalk 
La Joint Venture con skywalk non è sicuramente esente da problematiche per James Noh che deve barcamenarsi su due fronti: come produttore terzista deve da una parte, tenere testa ai suoi clienti dell'industria del settore, e dall'altra, svolgere il suo ruolo come socio di una grande ditta di parapendio che è comunque in concorrenza con gli altri. Per non lasciare spazio a discussioni e "gelosie" tra i costruttori allora OEM-Acrocross e Acrocross/skywalk sono effettivamente completamente diversi. Si tratta proprio di due stabilimenti separati che distano circa 10 minuti l'uno dall'altro ma sempre a Chon Buri. Durante la nostra visita abbiamo avuto l'opportunità di passare anche nello stabilimento OEM per dare un'occhiata: le differenze sono notevoli. Sulle varie linee di produzione vengono cucite, una vicino all'altra vele di diversi marchi,  di preferenza piccole serie di alcuni modelli di parapendio. Lo sguardo sulle pareti delle sale dei laboratori sottolinea questo miscuglio: vicino alle istruzioni per l'assemblaggio di una vela ad alte prestazioni di una ditta, troviamo lo schema colori di un'altra vela intermedia di un'altro produttore.  
Nello stabilimento skywalk è tutto diverso: qui ci sono solo istruzioni e schemi di skywalk per skywalk. 
Skywalk ed Acrocross sono quindi legate da questa Joint Venture, il leader tedesco del mercato è comproprietario dei nuovi stabilimenti di produzione che James Noh ha creato ed adattato in brevissimo tempo in Chon Buri.
La nostra visita inizia nel grande magazzino climatizzato dove viene stoccato il materiale. Alla conservazione nelle giuste condizioni di tessuti e materiali viene dato particolare valore, altrimenti nel tempo potrebbero evidenziarsi in modo negativo delle differenze nella costruzioni di vele da parapendio disegnate cosi perfettamente. 
"tutto il materiale che è qui è catalogato dalla nostra contabilità e possiamo ordinare tutto dal nostro quartiere generale di Marquartstein in Baviera" ci spiega Arne. Anche in questo contesto la differenza con l'impianto OEM è evidente laddove i committenti acquistano la vela a pezzo finito disinteressandosi degli approvvigionamenti di materie prime. 
Impressionanti sono anche le condizioni di lavoro nelle enormi sale:  tutto è pulito e in ordine. E climatizzato, come puntualizza James Noh. 
Come visitatori dei paesi occidentali naturalmente può risultare difficile riuscire a cogliere il disegno dietro tutto questo. Una cosa è chiara: il motivo principale per le produzioni localizzate in questi paesi esteri sono i costi di produzione incomparabilmente piu bassi. Abbiamo potuto valutare molto positivamente le ottime condizioni di lavoro e le dichiarazioni di Arne e James che ci hanno assicurato che, per i parametri tailandesi i salari che vengono pagati sono decisamente alti. 
Che i lavoratori di Acrocross/Skywalk  sono trattati bene e con rispetto ce lo ha dimostrato anche un dettaglio che ci è particolarmente piaciuto: Lavoratori e lavoratrici che non vivono vicino alla ditta vengono presi e accompagnati a casa ogni mattina e ogni sera da un servizio di bus organizzato dalla ditta.
 Skywalk R&D e la produzione. 
Il lavoro principale di assemblaggio cucitura si svolge principalmente in due grandissime sale. Alcuni procedimenti di produzione sono automatizzati in parte, come ad esempio il taglio dei tessuti con il laser cutter. Ma nonostante la tecnologia aiuti gran parte del lavoro è ancora svolto a mano. In una parte più piccola della produzione (e questa è una novità), vengono anche prodotte le nuove imbracature Skywalk.  La nuova sella leggera Breeze è la prima sella che viene completamente costruita in Chon Buri. Nei saloni più grandi si trovano invece le linee di produzione che servono alla costruzione dei parapendio. In piccoli gruppi si lavora ad ogni dettaglio costruttivo di un Parapendio. Ovviamente non vengono costruite vele qualunque del catalogo del costruttore tedesco ma la produzione è regolata secondo settimane in cui vengono costruiti determinati modelli in determinate quantità e taglie. Passaggio fondamentale e anche l'assemblaggio di parti differenti, un procedimento che può essere controllato molto bene. Un'organizzazione attenta e programmata è tutto per poter utilizzare al meglio il tempo e materiali e gestire tempi e risorse di produzione nel miglior modo possibile. 
Naturalmente può anche capitare che il software che gestisce il taglio laser, nell'ottica di ottimizzare materiali e tempo, mandi fuori parti di modelli che debbono essere assemblati più avanti, insieme a quelli più attuali. E qui vediamo anche i possibili risvolti di gestire una produzione di proprietà: nel quartier generale Skywalk a Marquartstein l'acquisto di materiali e la pianificazione della produzione devono funzionare in maniera perfetta per poter utilizzare al meglio la capacità produttiva anche nei necessari "buchi" tra un prodotto e il successivo. 
Come tutti i costruttori anche skywalk presta particolare attenzione alla sostenibilità. Ci sono molti aspetti da tenere sotto controllo non per ultimo quello di evitare ogni movimento non necessario di merci. Già da ora i prodotti finiti vengono spediti direttamente ai clienti finali e il reparto logistica è in continua espansione e miglioramento. 
Quello che risulta evidente nella produzione skywalk è la continua comunicazione tra il team di ricerca a sviluppo in Germania e i responsabili di Chon Buri. I disegnatori e progettisti delle vele e delle imbracature vanno diverse volte l'anno in Tailandia per ottimizzare e concordare le tecniche di cucitura e assemblaggio in modo che rispondano alle speciali esigenze costruttive dei diversi prodotti skywalk. 
Arne Wehrlin naturalmente non ha fatto questo viaggio solo per accompagnare noi. Nel frattempo lo vediamo impegnato nel curare tantissimi dettagli della produzione. Così non ci meravigliamo tanto nel vederlo comparire qua e là nei grossi saloni: una volta seduto in un prototipo di una nuova imbragatura, poi a colloquio con una delle responsabili di una linea di produzione delle bretelle e ancora poco dopo lo vediamo seduto a terra mentre armeggia con ago e filo su un prototipo del nuovo Mescal6. 
Ovunque sui tavoli o appesi ai muri si trovano istruzioni di produzione che arrivano direttamente dai computer degli ingegneri skywalk, che illustrano fin nei minimi dettagli ogni prodotto. E' chiaro che al giorno d'oggi non è più possibile disegnare e produrre un parapendio eccezionale solamente con il computer. Oltre al lavoro di messa a punto e test che ancora decisamente significativo per ogni pilota di Parapendio segue tantissimo lavoro di rifinitura con la produzione. I numeri di ogni versione di prodotto ci dimostrano in maniera chiara che la trasmissione di dati dal quartier generale verso le Thailandia non è una strada a senso unico. Qui si lavora e al miglioramento e alla rifinitura e naturalmente quando le tecniche di cucitura richiedono adattamenti o permettono miglioramenti vengono rimandati moltissimi feedback in Baviera. 
Entriamo infine nella zona del controllo qualità. Si vede ovunque nelle sale della Acrocross/skywalk e si capisce al volo che nessun dettaglio viene lasciato al caso.  La parte finale di questa catena di produzione sono le vele appese al soffitto che due dipendenti gonfiano con l'aiuto di un compressore e le illuminano e controllano in controluce per il controllo visivo finale. 
Ormai sono da poco passate le 17 e abbiamo potuto osservare una tipica giornata nella produzione fino alla sua conclusione. Lavoratori e cucitrici si dileguano con la tipica rumorosa allegria asiatica con i mezzi di trasporto piu disparati in ogni direzione. Li abbiamo potuti seguire ed accompagnare per tutta la giornata di lavoro e abbiamo maturato ottime sensazioni sui lavoratori locali. E anche noi torniamo verso la metropoli tailandese e ci troviamo presi dal caos delle ore di punta. 
Ripensandoci la produzione di Chon Buri e i suoi dintorni sono posti accoglienti e famigliari. Con il sole tropicale che sta tramontando finisce il nostro interessantissimo giorno nella nuova Join Venture di Skywalk in Asia. Lo sguardo dietro le quinte ci ha lasciato una decisa convinzione: incredibile quanto lavoro e quanti sforzi ci siano dietro la messa in produzione e l'arrivo sul mercato di un parapendio finito!
Quando, pochi giorni dopo, mi sono ritrovato, in una bella giornata invernale in Spagna, per un volo di prova sotto il nuovo ARRIBA4, ho guardato in alto verso la vela e sono stato colto da un senso di umiltà. Umiltà non solo verso il lavoro dei costruttori di queste nostre ali di stoffa ultratecnologiche. Ho pensato anche alle innumerevoli mani che hanno creato e dato vita a questa vera e propria opera d'arte perché diventasse quello che è: una invenzione grandiosa in grado di mozzare il fiato che rende possibile la nostra passione speciale, quella di osservare il mondo dall'alto grazie alla più semplice e al tempo stesso più complessa tecnologia per volare mai ideata!
 
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